Roberto Pugliese&Daniela Di Maro
Ivy Noise
Interactive sound installation (speaker, circuits, computers, sound cards, cables, microphones).
2009


"Music as I conceive it is ecological. You Could Go and Say That It Is Further ecology "(John Cage)

What interaction. What active use. In Ivy noise the spectator is the work of art. An immersive environment, which arises from the encounter between visuals and sound, awaits the visitor to come to life and animate the exhibition space. Electric cables climb on the walls following trends not at random, but defined by a careful study of the growth of the ivy plant. Black lines that form organic shapes on the white walls, branches from which bloom unusual flowers: speakers of various sizes. From some of these buds comes a unique carpet of sound that acts as a background to acoustic improvisation, which is determined by human presence. Any noise is picked up by a series of microphones, sampled in real time by software developed ad hoc, and played back through the speakers. Voices, footsteps, movements, are the food, the lymph of the installation. The life that gives life, as a paradigm of existence. From the technological parasite is born an utterly synthetic sound which nonetheless creates an illusion of natural setting. Psychoacoustic journey, where nothing stands still, everything turns into an unstoppable and impromptu metamorphic process. An experience which through multisensory prompt and a perceptive stimulus establishes a relationship between men and technology, permitting not only a peaceful coexistence between the two, but even an hybridization eco-sustainable, enhanced by the use of recycled materials. Since 2006 - year of birth of their creative partnership - Daniela Di Maro and Roberto Pugliese investigate, each with their own skills - she has a degree in visual arts, he in electronic music and new technologies - including natural and artificial contamination with a tendency explicitly pro-environmentalist. Their research is aimed at design and implementation of micro-universes video sonic, audio visual oasis in which the individual can, albeit temporarily, find a beneficial and relaxing contact with nature, always carried by the technological medium. These techno-meditative landscape originated from sound input on which are grafted in second place formal ones, or vice versa. The result of this osmosis is the clumping together of visual, auditory and tactile signals that are constantly challenging the idea of ​​two-dimensional formation of the opera in favour of its all-encompassing and embracing environmental concerns. A back and forth, which also returns in the production video artistic of the duo, consisting of sound recordings - the sound is built on the image - and video production - the image is built on the sound. Anamorphosis belongs to the second type. Starting from an analysis of how the brain perceives, differentiates or confuses sounds natural and synthetic. The video at the showroom becomes an empathetic path slowly rhythmic, an emergence from the depths to the surface of the matter from its simplicity to its complexity. The piano music is electronically disguised, becoming something else. As well as the basic atomic structures and simple cellular organisms do not lead back to a recognizable entity. A deconstruction aimed at the reconstruction of a new hypothesis, if not better, at least harmless. For everything and for everyone.

Mara De Falco



Roberto Pugliese&Daniela Di Maro

Ivy Noise
Installazione sonora interattiva (speaker, circuiti, computer, schede audio, cavi, microfoni ).
2009


"Music as I conceive it is ecological.
You could go further and say that it IS ecology” (John Cage)


Altro che interazione. Altro che fruizione attiva. In Ivy Noise è lo spettatore l’opera d’arte. Un environment immersivo, scaturito dall’incontro tra visual e sound, attende il visitatore per animarsi e animare lo spazio espositivo. Cavi elettrici s’inerpicano, si arrampicano sulle pareti seguendo un andamento non casuale, ma definito da un attento studio sulla crescita dell’edera. Linee nere che disegnano sul bianco dell’intonaco forme organiche, rami da cui sbocciano insoliti fiori: speakers conici di varie dimensioni. Da alcuni di questi singolari boccioli emana un tappeto sonoro predefinito che fa da sottofondo all’improvvisazione acustica, determinata invece dalla presenza antropica. Qualsiasi rumore è captato da una serie di microfoni, campionato in real time da un software realizzato ad hoc, e restituito attraverso i diffusori. Voci, passi, movimenti, sono il nutrimento, la linfa dell’installazione. La vita che dà vita, come paradigma dell’esistenza. Dal parassita tecnologico si genera una sonorità totalmente sintetica che crea tuttavia l’illusione di un’ambientazione naturale. Un viaggio psicoacustico, in cui nulla resta immobile, tutto si trasforma in un inarrestabile ed estemporaneo processo metamorfico. Un’esperienza che attraverso la sollecitazione multisensoriale e lo stimolo percettivo mette in relazione l’uomo e la tecnologia, ipotizzando non solo una pacifica coesistenza tra i due elementi, ma addirittura un’ibridazione ecosostenibile, rafforzata dall’utilizzo di materiali riciclati. Fin dal 2006 - anno di nascita del loro sodalizio creativo – Daniela ddm Di Maro e Roberto Pugliese indagano, ciascuno con le rispettive competenze – lei si è diplomata in arti visive, lui in musica elettronica e nuove tecnologie - la contaminazione tra naturalità e artificialità con una tendenza esplicitamente filo-ambientalista. La loro ricerca è finalizzata alla progettazione e alla realizzazione di microuniversi videosonori, di oasi audiovisive in cui l’individuo possa, seppure temporaneamente, ritrovare un benefico e rigenerante contatto con la natura, sempre veicolato dal medium tecnologico. Questi landscape tecno-meditativi sono originati da input sonori su cui s’innestano in seconda battuta quelli formali, o viceversa. L’esito di questa osmosi è l’agglutinamento d’impulsi visivi, uditivi e tattili che mettono costantemente in discussione l’idea della bidimensionalità dell’opera in favore di una sua totalizzante e avvolgente dimensione ambientale. Un back and forth che ritorna anche nella produzione videoartistica del duo, costituita da sonorizzazioni – il suono è costruito sull’immagine - e da videizzazioni – l’immagine è costruita sul suono. Anamorphosis, appartiene alla seconda tipologia. Partendo dall’analisi di come il cervello umano percepisce, distingue o confonde sonorità naturali e sintetiche, il video presente in mostra diventa un percorso empatico, lentamente cadenzato, un’emersione dalla profondità della materia alla superficie, dalla sua elementarità alla sua complessità. La musica del piano è dissimulata elettronicamente, diventando altro da sé. Così come le basilari strutture atomiche e i semplici organismi cellulari non riconducono a entità riconoscibili. Una destrutturazione tesa alla ricostruzione di una nuova ipotesi, se non migliore quanto meno inoffensiva. Per tutto e per tutti.

Mara De Falco